CINOGNOSTICA CHIHUAHUA 2

Inserito il 01/08/2020
Categoria: Consigli dai professionisti

PROPORZIONI
Il chihuahua è una razza elegante di grande raffinatezza e distinzione, il suo formato è compatto in modo armonioso, con giuste proporzioni generali fra la massa e i volumi.
Il fatto che il Chihuahua sia un cane piccolo non elimina la necessità per tutte le parti di lavorare insieme in coordinazione ed equilibrio, nessuna connotato di nanismo è ammesso.
La testa è proporzionata al tronco. Quest'ultimo è cilindrico, robusto e compatto si mostra quasi quadrato con giusto sviluppo della struttura muscolare e ossea. Nelle femmine è permessa una leggera maggior lunghezza di tronco (permesso non indica che sia desiderata). La linea superiore del corpo è rettilinea, quella inferiore rimonta dolcemente nella regione ventrale, evitando l'effetto obeso.
Il corpo deve avere sostanza con una buona profondità di petto, ma non eccessiva. Non è sottile come quello di un levriero italiano, né massiccio come quello di un Carlino! Deve dare comunque una buona impressione di solidità.
Lo standard parla di una lunghezza del tronco solo leggermente superiore all'altezza al garrese (…quasi nel quadrato), nell'insieme il chihuahua dovrà dare l'impressione di grande compattezza, caratteristica oggigiorno sempre più ricercata.
Se osserviamo il cane di profilo, la distanza che intercorre tra gomito e suolo deve essere uguale alla distanza tra gomito e garrese e la somma di queste due misure deve essere leggermente inferiore alla distanza che intercorre tra la punta della spalla e la punta della natica, cioè la lunghezza "scapolo ischiale", ossia la lunghezza del tronco.
Le proporzioni tra le regioni testa/collo/tronco e tutte le sottoregioni sono sempre legate fra di loro dal fattore "ARMONIA": quindi osservando un chihuahua dovremmo avere l'impressione di un cane di grande equilibrio.
La verifica zootecnica deve dare precise indicazioni di selezione agli allevatori, i quali devono essere preparati e ricercare un cane il più possibile aderente allo standard. Come abbiamo più volte ribadito, essi non dovrebbero lasciarsi fuorviare dal gusto personale, né dalle mode,rifuggendo gli eccessi: non sono cani da ring né i soggetti pesanti con tipologia da piccoli cani asiatici, né quelli troppo leggeri e con carenza di tipo, la selezione deve sempre essere volta per ottenere il vero chihuahua: armonioso ed equilibrato.
Nel quinto appuntamento della nostra rubrica di AAC approfondiremo la descrizione del tronco e, vista l’importanza e la complessità di tale regione morfologica, continueremo a parlarne nel prossimo numero.La struttura scheletrica del tronco è composta da: colonna vertebrale, torace, cintura toracica e pelvica. Nel precedente numero abbiamo già descritto il garrese, regione del tronco e punto cardine del movimento. La verifica zootecnica del tronco è di grande importanza: funzionale e di tipo. Nel tronco non noteremo facilmente i caratteri di razza, solo un occhio esperto riuscirà a individuare rapidamente i caratteri etnici. Indubbiamente la testa rimane la regione che esprime più delle altre e con maggiore evidenza i caratteri di tipo. Per favorire l’esame del tronco è necessario utilizzare alcuni principi di valutazione: proporzioni, profili e inclinazione dei raggi ossei. La proporzione tra altezza, lunghezza e diametro trasverso del tronco, ci permette di evidenziare il principale carattere di tipo di questa parte del corpo. La comparazione tra altezza e lunghezza del tronco ci permette di osservare soltanto due forme geometriche in cui è inscrivibile: quadrato e rettangolo. Nell’ultimo standard del chihuahua, redatto dalla FCI del 21 ottobre 2009, si ricorda che il tronco deve mostrarsi inscritto quasi nel quadrato, cilindrico, robusto e compatto, con un buono sviluppo muscolare ed osseo, senza alcuna deficienza.
Scheletro
Il tronco quasi quadrato (ossia leggermente più lungo che alto), dato dai rapporti tra lunghezza e altezza, è un carattere di tipo del nostro piccolo cane messicano. La linea superiore del corpo è retta e livellata, quella inferiore risale leggermente nella regione ventrale, con un ventre rialzato per evitare l’effetto obeso. I grandi maestri di cinognostica (Solaro, Barbieri e Bonetti) ci insegnano : “essere iscritto in una o in altra figura geometrica non è certo di poco conto, poiché coinvolge: aspetto, conformazione esteriore, andatura di razza e costituzione” In tutte le razze bisogna ricercare ed esaminare con precisione tutti i caratteri di tipo, perché è ciò che distingue una razza dall’altra. Un soggetto mancante di caratteri di razza non può essere considerato Eccellente (la massima qualifica ottenibile nelle esposizioni canine) nella verifica zootecnica, anche se apparentemente corretto.
Colonna vertebrale
o rachide La colonna vertebrale è composta da una serie di ossa impari e corte dette vertebre. Ogni vertebra ha dei prolungamenti detti processi, spinoso in posizione dorsale mediana, e due trasversi sulle due facce laterali, quattro articolari, due per lato (craniale e caudale) ed altri che si ritrovano nei tratti dorsali e lombari.
Suddivisone della colonna vertebrale:
Sette vertebre cervicali, già descritte nei precedenti numeri di AAC
Tredici vertebre dorsali (o toraciche),
Sette vertebre lombari
Tre vertebre sacrali (saldate tra loro),
da 16 a 22 vertebre coccigee.
Cintura toracica
La Base anatomica è la scapola, unico osso pari, già descritto nei precedenti numeri AAC sia per caratteristiche anatomiche che per la sua importanza nel movimento.
Cintura pelvica
La Base anatomica è costituita da ileo, pube e ischio bilaterali, che si saldano tra loro precocemente, formando il coxale, un unico osso a forma di elica di aeroplano, fondamentale nel movimento.
Torace Petto Costato e Sterno
Torace
Cavità conica la cui base anatomica è la gabbia toracica (coste, vertebre toraciche e sterno).
La gabbia toracica contiene: organi respiratori e circolatori. Un corretto sviluppo toracico è nelle tre dimensioni:
• Lunghezza o profondità (diametro sagittale)
• Altezza (diametro verticale)
• Larghezza (diametro trasversale)
Vertebra
Corretta
Un giusto sviluppo dei tre diametri sopra elencati ha una triplice importanza nel soggetto: vitale, funzionale e di tipo. Garantisce anche una corretta ventilazione.
Il torace nella nostra piccola razza è ampio, profondo, con costole ben cerchiate.
La larghezza del torace è data dall’arcuatura delle coste, con un andamento antero-posteriore; questa misurazione si determina fra i due punti di massima cerchiatura bilaterale. L’altezza toracica si misura verticalmente dalla sommità del dorso, immediatamente dopo il garrese, allo sterno. Nel chihuahua il torace, visto lateralmente, giunge a livello del gomito, non deve mai essere a botte.
Possiamo sostenere che il torace del chihuahua è ben disceso, infatti, la cinognostica ci insegna che: il profilo inferiore del torace, se raggiunge il gomito, si definisce ben disceso.
La sua profondità o lunghezza viene rilevata dalla punta dello sterno alla penultima costa asternale, la profondità è originata dagli spazi intercostali. Maggiore sarà la distanza tra le coste, e maggiore sarà la profondità toracica, determinante per la lunghezza del tronco.
Petto
La Base anatomica è data dall’estremità anteriore dello sterno (manubrio) e dai muscoli pettorali.
Nel chihuahua il petto non deve mai essere stretto; il diametro trasverso del petto poco sviluppato provoca avvicinamento delle sommità scapolari, costato piatto, muscoli della regione poco resistenti con diminuzione di forza.
Costato
Regione impari, ha per base anatomica le tredici paia di coste e i muscoli intercostali :
Le costole si dividono in:
• Nove paia sternali
• Quattro paia asternali di cui l’ultima fluttuante
Nel chihuahua sono da ricercare costole lunghe e ben arcuate, la loro inclinazione è maggiore dalla parte anteriore verso la parte posteriore, il punto più largo del torace deve essere leggermente caudale ai gomiti. Questa conformità toracica favorisce anche il movimento tipico e corretto.
Sterno
Osso impari mediano che delimita ventralmente la gabbia toracica.
Lo sterno è costituito da otto segmenti impari dette sternebre con cui si articolano le coste sternali per mezzo della loro cartilagine costale.
La prima sternebra craniale è denominata manubrio dello sterno; nella parte caudale termina con una cartilagine detta appendice xifoidea.
La direzione dell’appendice xifoidea nel chihuahua è orizzontale;favorisce un ventre leggermente retratto ed evita l’effetto “tronco a tubo”. Sulla apofisi xifoidea prendono origine i muscoli dell’addome.
Dorso
La base anatomica è composta dalle ultime otto vertebre toraciche e dai muscoli della regione.
Per il chihuahua il dorso è corto e fermo.
I processi spinosi delle vertebre toraciche hanno una direzione cranio caudale fino all’undicesima vertebra detta anticlinale, fatta eccezione delle prime che hanno una direzione quasi verticale.
Un possibile difetto è la lordosi, detta anche insellatura, riscontrabile nella regione dorsale e determinante una larga curva concava. Nell’insellatura le apofisi spinose si dispongono in modo non corretto, convergenti alla loro estremità. In questo caso il dorso assume un profilo tecnicamente chiamato celoide (concavo), provocando scarsa resistenza e affaticamento nel movimento. In questa regione si può riscontrare anche un altro tipo di profilo difettoso, tecnicamente chiamato cirtoide, ossia un’arcuatura del dorso convessa, detta anche cifosi. Questo tipo di profilo parte dalla decima vertebra dorsale proseguendo fino all’arco dei lombi. Non c’è flessibilità del rachide: di conseguenza si modifica il movimento.
Siamo giunti alla descrizione,come annunciato nel quinto numero di AAC, di due regioni del tronco: i lombi e la groppa, rammentando che possiedono fondamentale importanza nella trasmissione dell’impulso del movimento. Analizzeremo, in chiave di cinognostica, le vertebre lombari e sacrali, ossa impari e corte che rappresentano la base anatomica ossea delle due regioni.
VERTEBRE LOMBARI & LOMBI
Le vertebre lombari sono sette classificate quali ossa impari e corte. La lunghezza e la larghezza del corpo di questi segmenti ossei aumenta progressivamente dalla prima all’ultima. Il processo spinoso delle vertebre lombari si presenta con maggiore robustezza rispetto alle altre vertebre, con un’inclinazione craniale dunque contraria a quella del processo spinoso del tratto dorsale. Questa inclinazione non è casuale ma dovuta a ragioni di statica e di dinamica. I processi trasversi hanno un’inclinazione cranio ventrale.
Dopo la descrizione delle suddette vertebre, prima di intraprendere lo studio della regione lombare, spostiamo la nostra attenzione su ciò che richiede lo standard rispetto a questa specifica parte del tronco: deve essere forte e muscoloso. La peculiarità richiesta in questo tratto di tronco potrebbe indurci a considerazioni marginali per la razza in questione, perché il chihuahua non ha scopi di lavoro, per i quali sarebbe necessaria forza e resistenza, come riportato dallo standard FCI N° 218 / 21.10.2009 (Utilizzazione: cane da compagnia - Senza prova di lavoro)
Si richiedono tali caratteristiche di forza in questa regione perché anche il chihuahua compie dei movimenti: sul posto, regressivi e progressivi, questi ultimi sono da considerare lavoro (li descriveremo nei prossimi numeri di AAC).
Analizzando in modo accurato la regione lombare, scopriremo l’importanza di questi pregi richiesti dallo standard per adempiere tale lavoro.
La base anatomica dei Lombi sono le sette vertebre lombari e i muscoli della regione.
I lombi sono talvolta impropriamente denominati “regione del rene”. In realtà il rene è un organo e non una regione. I reni, comunque, sono locati nella parte sottostante di questa regione, precisamente nella cavità addominale. La regione lombare è considerata un ponte posto tra la groppa e il dorso che unisce l’anteriore con il posteriore, una lunghezza eccessiva, come per qualsiasi ponte troppo lungo, influenza negativamente sulla solidità.
Ovvio, pertanto, che i lombi, nel chihuahua come in tutte le altre razze, devono essere solidi, ossia corti e flessibili, ma non oscillanti in movimento
I lombi corti offrono maggiore resistenza e forza al movimento. I lombi lunghi non favoriscono l’impulso motorio al’anteriore e, di conseguenza, si può talvolta osservare in movimento il treno posteriore scoordinato rispetto al resto del tronco.
Pregio assoluto della regione renale è una buona larghezza, perché ciò denota che i muscoli di questa porzione sono ben sviluppati non solo in lunghezza, ma anche in larghezza, quindi i processi traversi delle sette vertebre lombari sono ben sviluppati ed è importante, visto che su di essi prendono inserzione i muscoli della regione. Il profilo superiore della regione dei lombi nel chihuahua deve essere leggermente arcuato per facilitare distensione e contrazione in movimento; i lombi si fondono armoniosamente con il dorso e la groppa, senza alcuna spezzatura.
Nelle verifiche zootecniche si adopera spesso il termine rene lungo per segnalare che il tronco è troppo lungo. Non bisogna essere superficiali nel valutare le cause alla base dei lombi (o rene) lunghi.
Una delle cause è il maggiore sviluppo in senso longitudinale del corpo delle singole vertebre che, pur rimanendo sempre numericamente sette, provoca evidentemente l’allungamento della regione Può avvenire, cioè quel che accade col collo della giraffa, sono presenti, come nel chihuahua, sette vertebre cervicali, ma il suo collo è molto più lungo proprio a causa della particolare lunghezza dei corpi vertebrali. Il rene può apparire (ma non essere) lungo quando il torace è poco sviluppato in profondità.
Come anticipato nel precedente numero d AAC ( ….maggiore sarà la distanza tra le coste, maggiore sarà la profondità toracica, decisiva per la lunghezza del tronco…) gli spazi intercostali determinano la lunghezza del costato. Dobbiamo smentire, tramite fonti scientifiche certe ed esperienze di allevamento, che un rene lungo non favorisce necessariamente il parto, né un parto numeroso.
Molti standard, tra cui quello del chihuahua, attestano che è giustificato un filo di rene in più nelle femmine per il fattore riproduttivo. Con la consapevolezza che i corni uterini in gravidanza vanno ad occupare anche la regione ipogastrica, bisogna ricercare in ogni caso un rene corto, indipendentemente dal sesso del soggetto. Un ottimo lombo può colmare altri difetti del tronco, mentre difficilmente si riscontrano pregi in grado di compensare la mancanza di un lombo ideale. VERTEBRE SACRALI & GROPPA
Le vertebre sacrali sono tre, saldate fra loro formano un unico osso detto Sacro (parte del tronco che nei tempi antichi era offerta alle divinità). Si articola cranialmente con l’ultima vertebra lombare, lateralmente con i coxali.
La groppa è una regione impari situata tra la regione lombare e la coda, la sua base anatomica sono il sacro e i due coxali, regione di estrema importanza, che condiziona in maniera rilevante la meccanica del movimento.
I coxali (già descritti nel precedente quinto numero di AAC) sono tre ossa pari denominate ilio, ischio e pube saldati fra loro; insieme al sacro formano il bacino.
I principali fattori costitutivi della groppa che influenzano il movimento sono la sua inclinazione, larghezza e lunghezza.
Bacino
Le caratteristiche della groppa sono dunque fondamentali perché essa è equiparabile a un albero di trasmissione in quanto è la regione che trasmette l’impulso propulsivo del movimento scaturito dall’apertura di tutti gli angoli del posteriore, interessando tutte le regioni del tronco sino all’anteriore e causando lo spostamento del tronco in avanti e in alto.
Nella verifica zootecnica di questa specifica regione si valuta, oltre alla buona lunghezza, larghezza e inclinazione, lo sviluppo muscolare della groppa, fondamentale perché i muscoli di questa regione, nelle fasi delle andature e dei movimenti, sono sottoposti a due moti di grande importanza: distensione e retrazione. Un muscolo lungo ha maggiore contrazione e allungamento, di conseguenza più energia (argomento già approfondito nel quarto numero di AAC).
La lunghezza della groppa si misura dalla punta dell’ileo a quella dell’ischio.
Lo sviluppo sagittale della groppa è da valutare come pregio non solo nel chihuahua, ma in tutte le razze, perche la lunghezza di questa regione agisce come braccio di leva meccanico della potenza scaturita dai muscoli, facilitando una giusta trasmissione dell’impulso del movimento, spingendo e sollevando il tronco. (Groppa lunga corrisponde a muscoli lunghi di conseguenza si avrà maggiore contrazione).
Inoltre, come attesta lo studio della meccanica animale, la lunghezza e la direzione dei coxali sono proporzionali alla lunghezza dei muscoli, così favorendo maggiore estensione e contrazione.
Una corretta larghezza della groppa esprime un giusto sviluppo della struttura ossea e del sistema muscolare di questa regione; nel caso contrario una groppa stretta denota inadeguato sviluppo osseo e muscolare.
La larghezza della groppa è pregio assoluto, si rivela tra le punte esterne delle anche. Il giusto sviluppo del diametro trasverso di questa parte del tronco presuppone un bacino largo, prerogativa fondamentale nelle femmine per facilitare un parto. La sua larghezza non dovrà essere mai superiore alla sua lunghezza.
L’inclinazione è sicuramente il punto cardine per il sistema locomotore del cane. In più casi, nei cani che hanno resistenza, è orizzontale; nel chihuahua il profilo superiore della groppa è presso a poco a livello dei lombi e del dorso.
Il chihuahua descritto dallo standard ha la groppa larga e forte quasi orizzontale o leggermente inclinata.
Queste caratteristiche (orizzontale o leggermente inclinata) predispongono all’inserzione alta della coda, e favoriscono un’andatura veloce, che per il chihuahua è qualità riportata nello standard di razza (…passi lunghi, elastici, energici e attivi….)
In cinognostica la groppa si classifica orizzontale quando il cosciale è da 15° a 25°, mentre da 35° a 45° si considera inclinata.
Bisogna tenere sempre presente che l’inclinazione della groppa condiziona tutti gli angoli del posteriore; di conseguenza modifica il movimento.
In questo sesto numero del magazine è ancora più evidente che tutte le singole regioni e sottoregioni sono sottoposte a regole dettate dall’anatomia, dalla statica e dalla dinamica, indispensabili per ragioni di funzionalità, morfologia e tipo.
Ogni singola porzione del corpo è collegata all’altra e dipende in modo inscindibile dall’altra. Una regione non corretta determina la presenza di almeno un’altra regione del corpo non corretta che riequilibri (quasi mai del tutto) il sistema nel suo complesso.

In questa ormai consueta rubrica dedicata all’approfondimento morfologico del Chihuahua, si è deciso di prendere in considerazione una sola parte del corpo: la coda, argomento spesso sottovalutato anche in sede di verifiche zootecniche. Il portamento e la forma della coda sono invece fondamentali nella valutazione del tipo e come indice caratteriale, e rivestono grande importanza nella dinamica e nella meccanica del movimento. Oggi troppo spesso ci si limita, nel prendere in esame e nel descrivere la coda, a espressioni superficiali quali “ la coda è ben portata” o di contro “ non è ben portata”, definizioni stringate che possano dire tutto o nulla. Nella storia della razza la valutazione di questa porzione anatomica non era certo quella attuale, basti notare che nel 1923 ci fu un ritardo nel redigere il primo standard di razza proprio a causa dell’argomento “coda”. Si giunse a pubblicazione solo quando i pionieri della razza concordarono che la coda doveva essere a semicerchio, una via di mezzo, quindi, tra la cosiddetta coda di topo e quella pellicciosa e piatta.
Andando sempre indietro nel tempo alcuni dei primi allevatori sostenevano addirittura che la caratteristica peculiare del Chihuahua non fosse la fontanella o “molera”, bensì un piccolo accumulo di grasso dislocato a metà della lunghezza della coda; accumulo adiposo che possiamo dire fosse certamente mancante in soggetti bob tail (anuri) ammessi e non squalificati nell’era pre-standard. Se questa porzione anatomica è stata motivo di riflessione e dibattito nel passato, tanto da ritardare la pubblicazione di uno standard, sembra giusto oggi andare a rivalutarla e a riconsiderarla, facendole riacquistare il giusto valore.
La sua forma è conica allungata, si articola con la groppa mediante l’articolazione Sacro-Coccigea. Questa parte è detta Radice della Coda, mentre la parte opposta, quella terminale è detta punta, si possono distinguere due profili, uno superiore ed uno inferiore. In una verifica Zootecnica della coda, si esaminano i seguenti caratteri: inserzione, lunghezza, forma, direzione e portamento. Il portamento della coda deve essere valutato in due momenti diversi: col cane in riposo e in azione. Per la nostra razza lo standard richiede: coda inserita alta, moderatamente lunga, larga alla radice che si riduce gradatamente verso la punta ed infine visibilmente piatta. Come già anticipato nel precedente numero di AAC, la groppa condiziona l’inserzione della coda: difatti una groppa, larga e forte, quasi orizzontale o leggermente inclinata comporterà una corretta inserzione dell’appendice caudale; ancora una volta notiamo come ogni singola regione condizioni olisticamente l’altra. Lo standard dice coda “moderatamente lunga” che, in cinognostica, si può dire di una coda quando la punta raggiunge il calcaneo, (punta del garretto) mentre se non lo raggiunge si definisce corta. Grande ruolo nella sua valutazione è giocato dal mantello di copertura, che nei soggetti a varietà pelo lungo dovrà essere ricco e lungo a formare il tipico pennacchio.
Anche nei Chihuahua a pelo corto, sono da preferirsi quei soggetti con una coda ricca di pelo di copertura, dove quest’ultimo si allargherà alla radice per poi restringersi verso la punta, dando così l’impressione di una coda corretta; difatti in soggetti con scarsa abbondanza di pelo di copertura riscontriamo l’indesiderata coda di topo. Alcuni decani della cinofilia per descrivere la forma della coda del Chihuahua la definiscono “a tagliatella”: effettivamente facendo scorrere le dita sulla coda avremo la sensazione che il profilo ventrale sia piatto. Questa sensazione tattile e visiva è però illusoria, ed è dovuta unicamente alla quantità, tessitura e disposizione del pelo di copertura nonché alla disposizione e direzione dei corpi vertebrali, che certamente piatti non sono.
Altre caratteristiche importanti richieste dallo standard sono la posizione della coda in movimento ed in stazione. Il portamento della coda è un importante caratteristica di razza: in movimento sarà portata o alta, formando una curva, o a semicerchio con la punta diretta verso la regione lombare, il che contribuisce all’armonia dell’ insieme; questa non dovrà mai essere portata tra gli arti posteriori né arrotolata sotto la linea dorsale; rappresentano difetto la cosiddetta coda “a banana”, oppure deviata e qualsiasi altra forma non prevista dallo standard; la sua punta non dovrà comunque mai raggiungere la linea dorsale. La coda ideale in movimento sarà portata “a falce”,sul dorso a semicerchio aperto, mai schiacciata sul dorso, con la punta rivolta verso la regione lombare mentre a riposo sarà pendente a formare un leggero uncino.
La coda riveste un ruolo fondamentale nella dinamica del movimento. Nel terzo numero di AAC abbiamo parlato del bilanciere cefalo-cervicale (ha l’importante funzione di conservare l’equilibrio nel movimento. Il bilanciere agisce anche come tensore della colonna dorso-lombare), la coda contribuisce alla funzione dell’equilibrio del cane in movimento, per questo è detta timone. Quante volte abbiamo osservato i nostri Chihuahua correre e rincorrersi con la coda non portata sicuramente così come lo standard richiede, ma con infiniti portamenti aggiustativi ed adattativi per favorire repentini cambi di direzione.
La coda è importante regione del corpo che controbilancia il cane in movimento, in situazioni dinamiche quali il correre, il saltare, l’arrampicarsi, favorendo le svolte brusche a velocità sostenute come un vero e proprio timone. La coda è quindi strumento d’equilibrio, contrappeso e timone, che va ad ottimizzare ed aumentare il rendimento dinamico.Infine anche gli stati d’animo sono leggibili attraverso l’osservazione della coda; per comunicare, rendendola espressione di felicità, aggressività, stress e di un panorama completo di altre infinite emozioni; potremmo definire l’uso di questa come l’uso di un linguaggio visivo e non sonoro che appartiene a tutte le razze canine.
Nell’ottavo spazio su AAC, riservato all’ approfondimento della morfologia, analizzeremo esclusivamente gli arti anteriori o toracici. Se in cinognostica troviamo sempre la descrizione delle appendici anteriori unitamente alla cintura toracica (costituita dalla spalla), da cui sono comprensibilmente non disgiungibili, in questo nostro ottavo spazio ci limiteremo a parlare esclusivamente degli arti anteriori poiché l’ argomento “spalla” è stato già affrontato in un precedente numero di AAC (N° 3 Gennaio 2011)
Il cane, come tutti sappiamo, è quadrupede poiché due sono gli arti anteriori e due i posteriori (detti anche addominali o pelvici), queste quattro colonne portanti hanno la doppia funzione di sostenere il peso corporeo e di permettere la locomozione.
Protagonisti sia della statica che della cinematica, gli arti devono essere necessariamente il più possibile corretti, sia in termini di appiombo che di conformazione, per poter svolgere in modo ottimale la loro funzione di sostegno, di supporto, di assorbimento delle pressioni risalenti dal suolo nella battuta a terra, nonché di tutte le torsioni e delle flesso-estensioni a cui naturalmente il Chihuahua è sottoposto durate il movimento. Tutto questo grazie al perfetto meccanismo formato dai raggi ossei, dalle angolazioni delle articolazioni, dai muscoli, dagli annessi tendineo legamentosi e via dicendo.
ARTI ANTERIORI
Gli arti anteriori sono due e hanno principalmente il compito di sostegno in quanto vanno a sopportare la maggior parte del peso corporeo del cane, rispetto a quelli posteriori che svolgono invece ruolo maggiormente propulsivo. Le regioni anatomiche che compongono le membra anteriori sono: spalla (o cintura toracica), braccio, gomito, avambraccio, carpo, metacarpo ed infine il piede. Le ossa dell’arto anteriore in appiombo formano tre angoli: l’angolo scapolo-omerale, l’ angolo omero-radiale e quello metacarpo-falangeo.
BRACCIO
La sua base anatomica è costituita da un solo osso, l’omero, e da due gruppi di muscoli ad esso annessi. Superiormente si articola con la scapola, con cui va a formare l’articolazione scapolo-omerale, mentre inferiormente si articola con l’ ulna ed il radio, formando con quest’ ultimo l’ articolazione omero-radio-ulnare (gomito). L’omero ha direzione obliqua cranio- caudale dall’alto verso il basso, in direzione apposta a quella della scapola, richiede una giusta lunghezza scheletrica e muscolare per consentire maggior estensione nell’ allungo dell’ arto, va da sè che un omero troppo corto generi un passo corto, oltre al difetto dell’angolazione troppo aperta. È anche vero che per ottenere una giusta proiezione in avanti, la spalla debba essere adeguatamente lunga e correttamente inclinata (vedi AAC N° 3 Gennaio 2011). Nell’omero del Chihuahua questa obliquità, detta in cinognostica inclinazione, normalmente è compresa tra i 45 ed i 55 gradi rispetto all’orizzontale così che l’angolo scapolo-omerale risulta piu o meno di 110 gradi. Per misurare l’inclinazione dell’omero occorre tracciare una linea immaginaria perpendicolare, partendo dalla punta superiore o punta caudale della scapola, primo estremo del segmento, fino al gomito, secondo suo estremo.

Se nel Chihuahua i due estremi risultano allineati, possiamo generalmente affermare che l’omero è giustamente inclinato. Questa valutazione è molto facile da farsi su di un soggetto a pelo corto, mentre qualche difficoltà in più ce la potrà dare l’identica operazione da compiersi su di un soggetto a pelo lungo proprio per la presenza del pelo, elemento in questo caso di distrazione. Importante è considerare come la direzione del braccio si valuti rispetto al piano mediano del cane, dovendo presentarsi quasi parallelo a quest’ultimo. In sede di verifica zootecnica si valuterà questa regione anatomica nelle sue seguenti caratteristiche: lunghezza, inclinazione, direzione e mobilità.
GOMITO
Posto tra braccio ed avambraccio, è costituito dall’ articolazione omero-radio ulnare e trova la sua corrispondenza nell’ apofisi olecranica, prominenza formata dall’ olecrano (testa dell’ ulna). Il gomito partecipa in modo influente al movimento, nello specifico oltre a condizionare la resistenza e la velocità, svolge il ruolo di trasmissione di tutte le forze che interessano il movimento. Il gomito deve essere quasi parallelo al piano mediano del cane; è invece difetto quando è deviato verso l’ interno, detto gomito chiuso, così come verso l’ esterno, detto gomito aperto o scollato. Il gomito chiuso è più difficile da riscontrare nel Chihuahua, ma rappresenta difetto maggiormente grave rispetto al gomito scollato. Quest’ultimo è invece più facilmente rinvenibile ed è dovuto alla deviazione dell’asse dell’omero, dalla deviazione degli appiombi o dallo scarso sviluppo del torace considerato nel suo diametro trasverso e / o verticale. La valutazione del gomito si compie sia in stazione che in movimento.
AVAMBRACCIO
La sua base anatomica è costituita dal radio e dall’ulna, in contatto tra loro sia nella porzione distale (cioè in modo periferico rispetto al corpo centrale) che in quella prossimale (cioè verso il corpo centrale), porzione prossimale che forma appunto l’ olecrano, di cui sopra. Superiormente il radio e l’ulna si articolano con l’omero ( di nuovo angolo articolare omero-radiale) mentre inferiormente, verso terra, incontra il carpo.
Distalmente, la parte posteriore dell’avambraccio è contraddistinto da una scanalatura (detta carpo cubitale), determinata dall’inserzione del tendine del muscolo flessore cubitale sull’osso pisiforme (o sopracarpiano), Detta scanalatura, oltre ad essere segno di distinzione, denota e connota la potenza dell’ avambraccio, agendo il pisiforme come braccio della leva.
In generale diremo che un avambraccio lungo genera un passo ampio ed il diametro longitudinale ( quello riferito alla verticalità o lunghezza) deve essere accompagnato da un adeguato forte sviluppo dell’ ossatura (cioè del diametro trasverso riferito, quindi, a quello orizzontale o larghezza) così come da un adeguato sviluppo muscolare.
L’appiombo dell’avambraccio si valuta frontalmente, calando una linea retta immaginaria (un filo a piombo) dall’angolo scapolo omerale perpendicolarmente fino a terra, dividendo questa specifica regione anatomica in due parti eguali. È proprio da questa valutazione compiuta frontalmente che è a volte riscontrabile nella nostra razza una estroflessione (deviazione verso l’esterno) di radio e ulna e questo difetto di valgizzazione è detto “anteriore a lira”, proprio per la forma che assume l’ avambraccio e che ricorda lo strumento musicale. La valutazione dell’avambraccio effettuata di profilo si compie invece tracciando una retta immaginaria, sempre verticale e perpendicolare a terra, che andrà dal centro dell’ articolazione del gomito, dividendo sempre in due porzione eguali l’ avambraccio ed il carpo e attraverserà il metacarpo circa a metà della sua lunghezza, toccando il suolo in corrispondenza della parte posteriore del piede. Quindi la valutazione dei parametri morfologici e funzionali dell’avambraccio saranno diametri longitudinali e trasversi, rispettivamente lunghezza e larghezza dei raggi, e direzione, cioè l’appiombo.
CARPO
Di forma pressoché appiattita, la sua base anatomica è costituita dalle sette ossa carpiane. Superiormente il carpo si articola con l’estremità distale delle ossa dell’avambraccio ed inferiormente con le ossa del metacarpo. Il carpo deve presentarsi in linea con l’avambraccio e deve essere molto mobile in modo da poter garantire i movimenti di flesso-estensione e latero-laterali, anche se quest’ultimi sono piuttosto modesti. La valutazione del carpo si compie nelle sue due proiezione, frontale e laterale.
Nell’esame laterale, cioè quello effettuato guardando un soggetto di profilo, può verificarsi l’ evenienza di un carpo proiettato in avanti, oltre la linea costituita dall’ avambraccio, in questo caso parleremo di carpo arrembato; di contro se si presenta arcuato verso il dietro parleremo di carpo cavo. Nella valutazione frontale,il carpo può presentare diritto, ossia corretto, ma potrà presentarsi difettoso: deviato verso l’interno cioè varo, oppure verso l’ esterno cioè valgo. Alla varizzazione del carpo consegue, a compensazione, la deviazione all’infuori, verso l’esterno, del metacaparpo e del piede, generando così il mancinismo. Similmente, la deviazione del carpo verso l’esterno, il valgismo, darà origine alla deviazione verso l’interno del metacarpo e del piede, il cagnolismo.
METACARPO
Di forma piramidale quadrangolare, la sua base anatomica è costituita dalle cinque ossa metacarpiche e agli annessi della regione. Articolato superiormente con il carpo, inferiormente si incontra con le falangi, formando l’articolazione metacarpo-falangea e che costituisce anche il terzo ed ultimo angolo verso terra dell’ arto anteriore. Lo standard del Chihuahua richiede metacarpi leggermente obliqui, forti ed elastici. La ragione di queste caratteristiche è facilmente comprensibile se ci soffermiamo a pensare alle funzioni che questa regione è chiamata a svolgere: attutire, assorbire ed ammortizzare sollecitazioni e traumi meccanici ogni volta che il piede entra in contatto con il suolo, il metacarpo svolge una così detta funzione di “antishock” fisiologico. Possiamo affermare che il metacarpo è in appiombo corretto quando, osservandolo di fronte, una linea verticale, che parte dall’ angolo scapolo-omerale giungendo a terra, lo dividerà in due parti perfettamente eguali. Ricordiamo il mancinismo ed il cagnolismo come due difetti che interessano questa regione e sulla cui genesi abbiamo già detto sopra.
PIEDE
Posizionata distalmente al metacarpo, la regione del piede ha per base anatomica dodici falangi, tre per ogni dito, quindi annovera il cuscinetto plantare centrale, i cuscinetti digitali, uno per ciascun dito, e le unghie. Il piede, oltre ad essere ragione anatomica importantissima poiché costituisce per il cane il contatto a terra, rappresenta inoltre punto di repere fondamentale per la valutazione dell’ appiombo anteriore visto di profilo. Ritornando alla linea immaginaria verticale che parte dall’articolazione scapolo omerale giungendo a terra, qualora il piede rimanga dietro di questa, si dirà che il cane è anteriormente sotto di sè, mentre nel caso contrario lo diremo anteriormente fuori di se.
Nel Chihuahua il piede deve essere piccolo e di forma ovale raccorciato, particolare specificato bene dallo Standard che richiede espressamente “ non piede di gatto né piede di lepre”. Chiariamo che, in cinognostica, si definisce “piede da gatto” quello di forma rotonda, mentre chiamiamo “piede da lepre” quello di forma è allungata e ovale. Le unghie devono presentarsi ben arcuate e i cuscinetti plantari ben sviluppati. Nella valutazione zootecnica di un soggetto è auspicabile venga prestata grande attenzione a questi particolari della regione del piede, poiché è proprio con il cuscinetto plantare, con i cuscinetti digitali e con le unghie che il nostro Chihuahua prende contatto con il suolo.



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