Pronto soccorso nel cane: il colpo di calore o shock termico

Inserito il 06/06/2016
Categoria: Cura del cane

Pronto soccorso nel cane: il colpo di calore o shock termico

I cani non sono in grado di espellere il calore eccessivo con la traspirazione e la sudorazione, e cercano di mantenere la giusta temperatura corporea (per i cani la temperatura normale è pari a 38,5°C , mentre superati i 39 °C si parla di stato febbrile) aumentando la frequenza respiratoria e utilizzando la lingua come “dispersore di calore”.

Questo sistema non è molto efficiente e induce un aumento indesiderato della frequenza cardiaca, che già di base è molto più alta di quella dell’uomo, perché essa è inversamente proporzionale al peso dell’animale (l’elefante ha un battito cardiaco lento, mentre il topolino è una specie di mitragliatrice). Per questi motivi i cani sono molto sensibili ai colpi di calore.

In estate, una lunga sosta in una macchina parcheggiata al sole (specie se chiusa) o sforzi fisici prolungati al sole come corse sulla spiaggia o nei parchi cittadini nelle ore centrali della giornata, possono diventare pericolosissime e addirittura letali. Razze predisposte a questa emergenza sono il Boxer, il Bulldog francese, il Bulldog inglese, il Carlino, che hanno la caratteristica di avere il muso molto “schiacciato”.

Se notate comportamenti anomali con affanno e respiro molto accelerato, letargia o comportamenti da “ubriaco”, ed il cane è caldo al tocco, è necessario intervenire per riportare gradualmente la temperatura corporea a livelli normali.

Spostate immediatamente l’animale in un luogo ombreggiato e fresco.

Iniziate a raffreddare il cane mettendogli stracci bagnati con acqua a temperatura ambiente, (che piano piano andrà sostituita con acqua fresca) sopra il collo, sotto le ascelle, sulla pancia e nella regione inguinale. Potete anche bagnare le orecchie e le zampe con spugnature di acqua fresca.

Non utilizzate direttamente il ghiaccio, perché un raffreddamento troppo rapido potrebbe causare scompensi e persino shock cardiocircolatori.

Si parla invece di ipotermia quando la temperatura corporea del cane scendo sotto i valori normali (anche di poco): per i cani insorge al di sotto dei 37,5 °C.
Le precauzioni sono ovviamente le stesse di prima, ma di carattere opposto: è necessario riscaldare gradualmente il soggetto coprendolo, mantenendolo asciutto e fornendogli calore in modo proporzionale senza sbalzi improvvisi.

Si deve trasportare l’animale in un ambiente caldo, avvolgerlo in una coperta e riscaldarlo con delle borse dell’acqua calda. Se misurando la temperatura rettale si dovesse osservate ipotermia più marcata (36-37 °C) si deve immergere lo sfortunato amico in una vasca con acqua calda e poi asciugarlo accuratamente con un phon. Sulla parte congelata si deve applicare del calore umido, come ad esempio degli stracci inumiditi con del vapore. Si deve agire con delicatezza senza sfregare i tessuti per non creare danni e non si deve applicare alcun farmaco prima dell’arrivo del veterinario

Le manovre descritte sono le azioni da mettere in pratica nel momento dell’emergenza: se la situazione è grave è sempre buona norma chiamare il veterinario più vicino (o andarci direttamente se possibile) per fasi consigliare e per far visitare il cane anche una volta che il momento dell’emergenza è rientrato. Il solo raffreddamento infatti spesso non è sufficiente a scongiurare le complicazioni di questa situazione. In ambulatorio veterinario possono essere messe in atto delle terapie come la somministrazioni di liquidi in vena, alcuni farmaci, eventualmente l’ossigenoterapia che rendono il soccorso più efficace. Nei casi più gravi la prognosi del nostro amico peloso rimane riservata fino a che non si ha modo di capire come il suo fisico stia reagendo alle manovre messe in atto.



Condividi pillola: